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Augusta da imperiale a demaniale XVI sec.
Inserto
Inserto pubblicato Novembre 2016 dalla Redazione.
Una breve parte di storia che diede il via alla corporazione demaniale di Augusta pur avendo incontrato ostacoli nelle baronie.
L’ultima corporazione di Augusta a città demaniale avvenne nel 1566, punto di svolta per la
città e per la sua storia. Rinasceva lentamente dalle rovine delle distruzioni subite da parte delle invasioni turche una nuova città. In un' epoca in cui le conseguenze delle guerre di confine che si svolgevano nel Mediterraneo facevano della Sicilia una terra di frontiera, si ritenne opportuno e necessario trasformare Augusta in una Piazzaforte. In concomitanza della ricostruzione militare si fece strada anche la ricostruzione della città "civile", con la costruzione di chiese, palazzi nobiliari e piccole abitazioni a piano terra con franchigia (*), invogliando così molti abitanti dei paesi limitrofi a stabilirsi ad Augusta per sfuggire alle condizione di vita applicate nei centri baronali. Questo trattamento di privilegio ai cittadini fu concesso ad Augusta da Re Martino, in occasione della precedente rincorporazione della città a demanio tra il 1407 al 1417, in esso vi erano contemplate le larghe esenzioni concesse dal precedente “privilegio”, quello del 15 Novembre 1396. In questo privilegio era descritta la salvaguardia dei cittadini residenti, i quali non potevano essere arrestati ed estradati in altri città per essere processati. Un altro salvacondotto era quello che i cittadini non potevano essere processati per debiti non estinti. Queste misure erano state emanate per agevolare il popolamento della città. Si ricorda che in questo periodo erano esistenti nel territorio alcuni feudi gestiti da baroni che imponevano leggi e le controllavano attraverso locali corti civili e criminali. Poteva accadere che le tasse pagate dagli abitanti delle aree feudali erano inferiori a quelle delle città demaniali, attirando così popoli di nomadi lavoratori verso le aree feudali. L’imponete influenza dei signori feudali verso la politica tendeva a migliorare la difesa dei propri territori a discapito di quelli demaniali. L’8 Ottobre del 1590 Re Filippo II concede alla Città di Augusta per un periodo di nove anni la franchezza dei donatori ordinari o straordinari, l’autorizzazione di edificare una salina denominata dell’Università, nel pantano della
città. Negli anni successivi la crescita della città fu ostacolata dai baronati di nuova fondazione, che offrivano ai coloni condizioni favorevoli al loro insediamento nel feudo con la concessione di un terreno e la possibilità di costruirsi una casa. Con le disposizioni emanate attraverso una lettera del 20 dicembre 1634 il Viceré Alcalà, per i disservizi creati a sua Maestà nei terreni del Regno, revocò le precedenti concessioni ai baroni titolari dei terreni e delle abitazioni feudali. Comunque la “guerra” tra il potere baronale e quello demaniale non terminò con questa revoca. Anche nei tempi moderni il potere finanziario è legato al potere politico e cerca di imporre le condizioni economiche allo Stato reggente.
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(*) Senza alcuna tassa sulla costruzione.