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I “ piccoli miracoli” nella vita quotidiana di Lourdes.
Notizia
Articolo della nostra inserzionista del 30 agosto 2015
E’ il 24 di agosto
2015, appena trascorso, ultimo giorno del pellegrinaggio a Lourdes per la sezione della Sicilia orientale dell’UNITALSI. Il treno bianco è già partito nelle prime ore del mattino, per riportare a casa la maggior parte degli ammalati e delle sorelle e fratelli che li assistono. Coloro che viaggiano in aereo, soprattutto pellegrini e alcuni ammalati e una piccola parte del personale, attendono che arrivi il pomeriggio per recarsi all’aeroporto. Nella hall dell’ospedale Salus, a Lourdes, siamo tutti seduti in attesa di partecipare alla Santa Messa e lo vedo seduto accanto ad altre persone. Le parole che dice mi danno la conferma che a Lourdes, tutti sono toccati dalla stessa grazia. Si tratta di un ragazzo che afferma di sentirsi davvero fortunato, perché ha la parte sinistra del suo corpo paralizzata, ma può ancora usare il braccio destro, può parlare e fare tanti movimenti che altri non possono più fare. Si sente fortunato perché ha visto altri giovani totalmente paralizzati, i quali vengono trasportati sulle lettighe e non possono neppure parlare. Quando si arriva a Lourdes, un vero angolo di paradiso, la prospettiva della vita cambia totalmente, per la maggior parte delle persone e, quello che ci ha fatto soffrire tanto, si cancella alla vista della sofferenza degli altri fratelli. Accanto a lui c’è un altro ragazzo un po’ più grande, silenzioso e riservato, che spinge la sua carrozzina. Entrambi sono presenti a Messa e dopo, li ritrovo in mensa, dove siedono l’uno accanto all’altro, parlano e si muovono con grande confidenza, come due amici di vecchia data. L’amico più grande aiuta il più giovane, lo serve nelle cose che il suo giovane amico non può svolgere e lo soccorre nei piccoli atti quotidiani del mangiare. Dopo il pranzo, vanno via insieme e per qualche ora non li vedo più. Li ritrovo sull’aereo, sbaglio il posto che mi era stato assegnato e mi siedo accanto a loro. La sorella a cui avevo sottratto il posto aereo, mi cede il suo posto, cosi rimango accanto a loro. Inevitabilmente parliamo ed io dico loro che ho notato quanto sono affiatati, sembrano grandi amici, ma ecco che viene fuori una storia bellissima che solo a Lourdes può accadere.
Daniele 24 anni, ragazzo molto simpatico, intelligente e perspicace, aveva finito la scuola superiore e lavorava. Ha avuto un incidente con la moto circa tre anni fa ed è rimasto tre mesi in coma. Dopo il risveglio dal coma, non ha più la funzione della parte sinistra del suo corpo, ha difficoltà a deambulare, ma ha una grande voglia di recuperare. Giuseppe 34 anni, un ragazzo maturo e giudizioso, grande lavoratore, impiegato in una azienda che prepara le arance per la spedizione, quelle arance che vengono incartate una ad una e vengono spedite al nord. Ho detto a Giuseppe che, qui in Sicilia, non si vedono le arance confezionate cosi, per cui non immaginavo neppure che ci fossero persone che svolgono questo tipo di lavoro. Giuseppe non mi era sembrato ammalato, invece, ha un tumore che sta combattendo con la chemio, dopo un intervento. I due giovani vivono nello stesso paese, ma non si erano mai incontrati e parlati, anche se Giuseppe sapeva di Daniele, soprattutto dopo la notizia dell’incidente che gli era accaduto. A Lourdes arrivano nello stesso giorno, vengono ospitati all’ospedale Salus e gli viene assegnata la stessa stanza, cosi si conoscono e nasce l’amicizia. I due, diventati inseparabili, sono entrati in piena sintonia, si capiscono al volo solo con uno sguardo. Qualcuno, guardandoli, ha pensato addirittura che fossero fratelli. Ancora una volta, l’atmosfera di questo luogo, ha una “magia” che trasforma ogni cuore e lo apre all’amore verso il fratello che ti sta accanto, ti spinge ad aiutare chi non può essere autosufficiente, ti apre ad accogliere l’altro con le sue difficoltà e i suoi limiti. Entrambi mi hanno detto che l’esperienza a Lourdes è stata indescrivibile e stupenda. I due giovani, stanno rientrando a casa con una nuova gioia nel cuore e una forte voglia di combattere contro la malattia. Mi hanno detto che il loro obbiettivo è quello di ritornare il prossimo anno a Lourdes e di ritornarci insieme. Giuseppe
ha manifestato il desiderio e il proposito di ritornare a Lourdes per svolgere il servizio di barelliere, per poter aiutare ancora meglio Daniele, il quale ha detto a Giuseppe, che è grazie a lui che ha ritrovato la voglia di sorridere. Ma Giuseppe ha una grande voglia di aiutare anche altri fratelli che hanno bisogno di assistenza. Speriamo di vederlo in divisa il prossimo anno. Auguri a Giuseppe e a Daniele, i quali oggi sono diventati amici per la pelle.
Credo con fermezza che la forza che traspare dai loro occhi, possa trasferirsi ai loro parenti e ai loro amici, perché riescano a cogliere ciò che è avvenuto in loro grazie alla protezione della Vergine Immacolata di Lourdes. Che dire? Arrivederci al prossimo anno.
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