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IMMIGRAZIONE: BISOGNO D’AMORE
Notizia
Comunicato del nostro inserzionista del 9 dicembre 2013
Karamo è il nome di un ragazzo sedicenne del Gambia, il quale è nero come la liquerizia, dolcissimo, educato, rispettoso. E’ arrivato qui in Sicilia con uno dei “soliti“ barconi giunti dalla Libia, è sbarcato a Pozzallo ed è stato portato al centro di prima accoglienza di Priolo, dove ci sono tanti altri minorenni che, come lui, vengono da diverse parti dell’ Africa.
Per giungere qui in Sicilia, Karamo ha attraversato sei stati dell’Africa del nord: Gambia, Senegal, Guinea, Mali, Burkina Faso, Niger, Libia. Il suo viaggio è durato 13 mesi e quando lui, come tutti coloro che partono verso l’ Europa, sono giunti in Libia, sono stati imprigionati e sono rimasti per diversi mesi in carcere, subendo sevizie, minacce, armi puntate addosso.Questo prevede la legge libica.Tutti loro lo sanno, eppure partono in cerca di fortuna verso l’Europa. Nel centro di Priolo ci sono già passati moltissimi di questi giovani, alcuni sono scappati perché non hanno visto un futuro per loro. Altri sono stati portati in comunità della Sicilia e della Calabria. Solo un paio di loro hanno avuto la fortuna di trovare una famiglia che li accogliesse. Karamo è uno di loro. Ha iniziato il suo viaggio sognando una vita migliore, dopo aver perduto il papà in un incidente e la mamma a causa della malaria. E’ solo al mondo, come tanti altri ragazzi che sono al centro di Priolo. Karamo ha dovuto subire anche un intervento di appendice, rischiando la peritonite, è stato operato all’ospedale Umberto I° di Siracusa, ha avuto accanto solo i volontari che lo hanno curato e accudito fino al suo rientro al centro. Quando, la scorsa settimana, si prospettava il suo spostamento presso una comunità di Grammichele, Karamo piangeva da mattina a sera disperatamente.
Nell’arco di poche ore si sono mosse le assistenti sociali che operano presso il campo di Priolo ed hanno bloccato la sua partenza. Ciò è stato possibile solo grazie alla disponibilità di una famiglia che lo ha accolto in casa.
Nell’arco di otto giorni, Karamo ha cambiato totalmente la sua vita: ha una casa, un letto caldo dove dormire, ha già iniziato ad andare alla scuola media pomeridiana, grazie all’apertura mentale e alla disponibilità del Preside del 2° Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz“ di Augusta, professore Carmelo Gulino. In classe ha trovato un ambiente accogliente da parte degli alunni (tutti adulti) e da parte del professore Magro, il quale lo ha accolto con gioia, vedendo le sue potenzialità. Certamente avrà lo stesso trattamento da parte degli altri docenti che non ha ancora incontrato, a loro tutti: grazie. Il prossimo passo sarà la frequenza, come uditore, in una prima classe di un istituto superiore, per permettergli di socializzare con i suoi coetanei.
Non chiede nulla Karamo, i suoi occhi esprimono solo un infinito bisogno di amore, di pace, di serenità. Io penso che, in molte famiglie ci sia posto per uno di questi ragazzi, molte persone potrebbero donare amore a uno di loro, non è vero che non si può aiutarli perché siamo in crisi, in difficoltà, basta entrare in una qualsiasi pizzeria di sabato sera, spesso anche in altri giorni feriali, per capire che si potrebbe fare anche qualcosa per chi non ha bisogno della pizza, ma solo di un aiuto VERO. La loro unica, impellente necessità, è l’amore. Bisogna solo amarli come si può amare un fratello che è in pericolo. Vedendo le immagini di un mese fa, di coloro che sono periti fra le onde, non avremmo voluto forse salvarli dalle acque del mare che li ha inghiottiti?
Si può chiedere l’affido temporaneo di uno di loro per un anno. Quando raggiungeranno i 18 anni, decidono loro cosa fare della loro vita. Coloro che hanno già accolto i ragazzi in casa, hanno capito che non è come si può pensare, cioè che dobbiamo dare loro delle “cose“. No, non è così, sono loro che danno “molto“ a noi: ci danno tenerezza, ci danno la consapevolezza che noi ci affanniamo per cose futili, mentre loro combattono per la sopravvivenza. Ci danno la misura di ciò che è “veramente“ importante nella vita.
Allora, voglio invitare tutti a riflettere con una frase di Raoul Follereau , il quale si è speso moltissimo per il popolo africano: << Fate della vostra vita qualcosa che vale >>.
Oggi, qui, nella nostra provincia di Siracusa, si può fare “qualcosa“ per dare amore ad uno di questi ragazzi. Apriamo innanzitutto i nostri cuori, e poi, le nostre case.
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