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Ricordato dalla comunità cristiana di Augusta don Matteo Pino,
nel trigesimo della sua morte.
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Articolo pubblicato dal nostro inserzionista il 29 novembre 2014
Giovedì 27 novembre 2014, in Chiesa Madre, una folla di fedeli ha partecipato commossa alla messa di suffragio per il trigesimo della morte di don Matteo Pino. Presenti parecchi parroci di Augusta, alcuni sacerdoti del movimento dei focolarini di Chiara Lubich e numerosi rappresentanti dei vari ordini religiosi, delle confraternite e del volontariato.
Nel Duomo aleggiava un senso di tristezza e contemporaneamente di condivisione di lieti ricordi così come di solito avviene in ambiente familiare quando i figli rimangono orfani del proprio padre.
In effetti come un padre che per natura è sempre disposto a dare, a sacrificarsi per i propri figli don Pino ha inteso simboleggiare lo spirito che ha animato i suoi ultra sessanta anni di sacerdozio con il motto di Chiara Lubich “ Dare, dare, dare sempre. Non appoggiarsi a nessuno. Il sacerdote è un sacro, separato che aiuta tutti, ma per sé chiede solo a Dio”.
Il corteo dei sacerdoti prima dell’inizio della Santa Messa aveva già dato un chiaro segno della semplicità, del senso di umiltà e di essenzialità che caratterizzava don Pino. Niente eccessi di esteriorità, di paramenti vistosi, di formale passerella. L’organista, con qualche attimo di ritardo aveva intonato dolci ed armoniose note. Il coro della Chiesa Madre, si era subito sincronizzato e successivamente esibito nei classici brani, quelli che don Pino apprezzava ed elogiava. Commosso l’arciprete don Palmiro Prisutto quando nell’omelia ha ricordato i momenti di incontro con don Pino esaltandone le doti e le particolari virtù proprie di un “santo”. Toccante il momento della Comunione quando i fedeli si sono recati a ricevere l’Eucarestia in fila per due così come avrebbe voluto Padre Pino, in segno di unione, di fratellanza , di condivisione del percorso terreno in nome di Gesù Cristo e del versetto Mt 18, 20 “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò con loro”.
Subito dopo il “Ite, missa est” un sacerdote rappresentante del movimento dei Focolarini ed una fedele rappresentante della Comunità parrocchiale hanno letto delle relazioni sulla vita di don Pino e a completare il clima di pathos, a cura del Cireneo, sono stati proiettati due commoventi video. In uno di questi don Pino così si esprimeva “Ricchezza e santità, metà della metà, vi ringrazio per tutto ciò che avete fatto e detto di me, ma vi assicuro che ho fatto veramente poco, pochissimo in relazione a quello che avrei potuto o voluto fare”.
Accanto all’ultima immagine raffigurante don Pino e la Madonna, a cui lo stesso era tanto devoto, era riportata la scrittura ”Un grazie a tutti indistintamente, che possiate sempre essere assistiti dallo Spirito Santo e protetti dal regale manto di Maria. don Pino “ Prima di svolgere la sua funzione di arciprete della Chiesa Madre di Augusta per ben 32 anni, Padre Pino aveva avuto negli anni 50’ il delicato compito di fare apostolato nel difficile mondo operaio, in particolare nei cantieri di lavoro del nascente polo petrolchimico di Priolo,era stato cappellano dell’O.N.A.R.M.O. ed aveva operato preso il Centro Missionario POA. Aveva esercitato il suo ministero a Francofonte, sua città natale, a Lentini, a Priolo e a Siracusa era stato rettore della Chiesa di San Giuseppe.
Aveva insegnato religione in vari istituti scolastici sia della provincia di Siracusa che di Catania ed era stato vice rettore dello “Studio Teologico San Paolo“ di Catania. Ad Augusta don Pino si guadagnò subito la stima, la simpatia, la fiducia e l’affetto del popolo grazie alle sue doti di bontà, di paterna accoglienza, di massima disponibilità, di profonda umiltà, di amore verso Dio, la Chiesa ed il prossimo. Portò una fresca ventata di spiritualità maturata nel suo cammino all’interno del Movimento dei focolarini, fondato da Chiara Lubich e appunto su quegli ideali di unità, di amore scambievole, di attenzione per i deboli e i sofferenti che don Pino modellò la sua vita ed il suo programma di attività pastorale. Istituì anche in Chiesa Madre “La conferenza della S. Vincenzo dei Paoli” e la “Caritas”
Con il contributo di molti fedeli e con le proprie risorse economiche, unitamente a quelle della sua cara mamma, compreso il ricavato della vendita della loro casa di Francofonte, acquistò e ristrutturò un vecchio immobile, diventato il centro parrocchiale “Agape” per incontri, conferenze, scuola di catechismo e varie attività ludico ricreative per giovani, adulti ed anziani.
In Padre Pino ognuno ha riconosciuto la continuità di affetto dei vari cari defunti, uno strumento di unione che nel tempo, per diverse generazioni, ha rappresentato un vero amico e un vero prete. Nell’ultimo periodo ha sofferto parecchio ma è stato sempre assistito e confortato da un gruppo di fedeli che si è prodigato al massimo per alleviarne le
sofferenze, ricambiato da quello spontaneo e genuino sorriso che difficilmente potrà essere dimenticato.
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