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Chiesa di San Francesco di Paola "Maria di Nazareth e il sacerdozio del Cristiano".
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Articolo pubblicato dal nostro lettore il 17 maggio 2010
Nella Chiesa di San Francesco di Paola una piacevole ed interessante conferenza con partecipato dibattito finale si è svolta nella Chiesa di San Francesco di Paola giovedì 13 maggio a cura del Parroco, don Francesco Scatà, e del presidente del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica, sig. Domenico Strazzulla.
Relatore, qualificato ed apprezzato dal numeroso pubblico, Don Nisi Candido, Direttore dell’Istituto Superiore Scienze Religiose “ S. Metodio” di Siracusa. Il biblista, con un linguaggio semplice e comprensibile anche per i non addetti ai lavori, ha parlato dell’importanza del Sacerdozio e del concetto di Sacralità che nell’Antico Testamento rivestiva un ruolo particolare, di tutto rispetto e di netta separazione dal profano.
Il sacerdote ricopriva una posizione di preminenza e di responsabilità, doveva rispondere a ben definiti requisiti etico-morali, e interpretava la preghiera come un mezzo di rapportarsi direttamente con Dio, intercedendo per i mali degli altri, e offrendoGli dei sacrifici sottoforma di cibi, animali, appunto per chiedere il perdono, protezione e quindi il consequenziale riavvicinamento dei peccatori.
Fase chiusa con l’avvento di Cristo, che al posto del sangue di animali vari, ha offerto, in qualità di sacerdote, come vittima sacrificale Se stesso e il Suo stesso sangue, offrendosi per il perdono di tutti i peccatori e istituendo così il solenne sacramento dell’Eucarestia.
In tal modo, ha spiegato Don Nisi, nel Culto a Dio, Gesù ha voluto dare risalto al momento Liturgico Eucaristico, ma ha anche evidenziato in maniera imprescindibile l’importanza del momento della Carità, intesa come capacità del Cristiano che ha ricevuto l’Ostia Consacrata, e quindi il Corpo e il Sangue di Gesù, di saper a sua volta dare e offrire se stesso per il bene di tutti gli uomini, in particolare dei più bisognosi.
Nella simbologia del Cristo in croce le braccia allargate stanno ad indicare la missione di abbracciare e recuperare tutti gli uomini. In tal senso ancora una volta, ha sottolineato don Candido Dionisio, la preghiera, particolare momento di vicinanza e di rapporto diretto con Dio, simboleggia la capacità di interporsi tra l’uomo e Dio, al fine di mediare ed essere un funzionale strumento di raccordo per la riappacificazione ed il ravvicinamento di tutti gli uomini, buoni e cattivi compresi, a Dio.
Maria di Nazareth, che ha incarnato perfettamente la figura del Sacerdote, da Cana al Calvario ha offerto se stessa, sia nei momenti di gioia e felicità familiare che in quelli della solitudine, della sofferenza estrema e del dolore della croce. Nel dibattito, don Luca Gallina, della Parrocchia di S.Lucia, ha posto l’accento sull’importanza della Celebrazione Eucaristica che, come confermato da don Nisi, ha acquisito una maggiore efficacia con il Concilio Vaticano II, prevedendo, con varie misure, tra cui l’utilizzo della propria lingua e il nuovo posizionamento dell’altare e del celebrante voltato verso il popolo (coram populo), una partecipazione attiva da parte dell’assemblea dei fedeli.
Il Direttore dell’ISSR di S. Metodio ha poi risposto al quesito posto dal dott. Gulino il quale ha avanzato perplessità in merito all’efficacia dell’attuale catechesi in soggetti adulti, già contraddistinti da un proprio vissuto, da acquisite e consolidate abitudini e comportamenti in un contesto socio-culturale non proprio ideale per lo spirito cristiano.
“Si tratta” – ha riferito don Nisi, -“di un percorso di formazione che deve vedere il cristiano impegnato in un progetto di vita contraddistinto soprattutto dallo studio, dal silenzio, dalla contemplazione e della consequenziale presa di coscienza degli inevitabili errori commessi, il tutto in un processo dinamico di crescita.”
Don Francesco Scatà si è soffermato quindi sull’importanza del momento della Carità che a sua volta necessita sia di una buona catechesi che di una perfetta adesione ai valori trasmessi e condivisi nella liturgia eucaristica. “Dio è tutto e tutto può, Dio è la Parola, con Dio non esiste alcuna difficoltà nel passaggio dal dire al fare. - Fiat lux. Et lux facta est”- ha asserito il prof. Terranova, esaltando al contempo la figura di Maria di Nazareth come madre di Gesù e di Dio.
La serata ha registrato pure l’introduzione del Presidente ACI, sig. Domenico Strazzulla che ha confermato la devozione e il culto Mariano degli augustani, e la dedica, sempre a Maria di Nazareth, di due canti da parte della corale polifonica Iubilaeum,
rispettivamente all’inizio e alla conclusione dei lavori. Soddisfatti ed arricchiti spiritualmente, i numerosi e affezionati parrocchiani hanno lasciato, solo in tarda serata, la Chiesa di S. Francesco di Paola.