150 volte ITALIA!

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Articolo pubblicato dalla Redazione 9 marzo 2011

Non è facile scrivere un articolo, un pensiero su una cosa che dovrebbe essere ovvia ed assodata: il nostro amor di patria ed il rispetto della nostra bandiera nazionale. Per questi due aspetti della nostra italianità molte persone hanno dato la propria vita, e non tutti sono ricordati oggi come eroi. Gli effimeri eroi moderni sono purtroppo quelli che fanno audience alla televisione, gli attori del cinema per i quali si fa la fila per un autografo o un semplice saluto, i venerati divi del pallone e dello sport o le veline di turno, i politici o i ricchi industriali. Siamo forse l’unica nazione i cui cittadini non solo sconoscono gran parte delle parole del proprio inno, ma non ne sanno, né hanno voglia di sapere, il significato delle poche che sanno. Siamo forse l’unica nazione i cui cittadini non sanno il perché dei colori scelti per la propria bandiera, e che eleggono in parlamento chi questo simbolo di unità ed identità nazionale irride e sbeffeggia, senza alcun timore di essere perseguito penalmente. Siamo forse l’unica nazione i cui cittadini dimostrano, almeno a parole, di non amare il suolo natio, ed ogni cosa che viene fatta è fonte di polemica e critica infinita. Allora c’è da chiedersi il perché del nostro atteggiamento, dei nostri comportamenti quando ci troviamo nei cosiddetti “paesi evoluti”, dove improvvisamente diventiamo dei modelli di efficienza ed educazione, rispettosi delle leggi e delle regole della società che ci ospita, sempre pronti ad osannare ed esaltare il fatto che “di là” tutto funziona a meraviglia al contrario che da noi. Nel nostro paese ci sentiamo invece autorizzati e fare e disfare a nostro piacimento, fatta legge “scoperto l’inganno”, il nostro mondo della perfezione è limitato all’interno delle zone abitative di nostra competenza, “fuori” non è più affar nostro, anche se il “fuori” ci appartiene comunque ed interagisce immancabilmente con noi nel quotidiano. Siamo fatti così, è uno dei nostri difetti, ma è anche vero che quando vogliamo sappiamo essere i migliori di tutti, in ogni campo. Allora, anche se qualche parlamentare del nord pur lautamente stipendiato dalla tanto disprezzata Italia e dagli italiani che pagano regolarmente le tasse, ha cercato in tutti i modi di evitare che si realizzasse, celebriamo quest’anno i 150 anni della nostra Unità! Facciamo in modo che le parole iniziali del nostro inno “fratelli d’Italia...” ci trovino uniti, sia al nord che al sud, indissolubilmente legati da un unico filo d’oro fatto d’amore per la nostra terra! L’Italia è una, unica ed indivisibile! E’ vero, tutto il territorio del nostro paese è estremamente variegato, ogni zona porta con sé tradizioni, culture, dialetti e modi di intendere la vita diversi tra loro, ma sta proprio in queste differenze e nel rispetto delle proprie identità la forza e il senso di appartenenza che ci deve tener uniti e non divisi! Approfittiamo allora di questo evento per riscoprire la bellezza tradita del nostro territorio, un’autentica opera d’arte unica al mondo, che si affaccia sulla culla della civiltà che è il Mediterraneo, dove già la potenza di Roma ha contribuito non poco allo sviluppo culturale e sociale dell’intera Europa che dai popoli mediterranei ha tratto e trae la sua linfa vitale. Approfittiamo allora di questo evento per riscoprire la bellezza e la gioia di essere Italiani, orgogliosi di esserlo nonostante le nostre debolezze. Approfittiamo allora di questo evento perché il verde della nostra bandiera sia la speranza di una nuova riscoperta della nostra identità nazionale; perché il bianco della nostra bandiera ci faccia sentire uniti e fratelli, tutti, dalle Alpi fino all’ultimo lembo del nostro territorio che non è la Sicilia ma la piccola, e splendida, Lampedusa esempio di accoglienza e solidarietà per gli oppressi che fuggono dalle tirannie delle inciviltà; perché il rosso della nostra bandiera continui ad essere, in barba a tutti i libri di storia, il colore dei nostri eroi, quelli veri, quelli morti perché ognuno di noi potesse scrivere dell’Italia, e degli italiani, agli italiani e al mondo.

A cura di Massimo Bendia. - In occasione della ricorrenza del 17 marzo 2011.