Monastero (Badia) delle Benedettine e Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.

Inserto

Inserto pubblicato dalla Redazione il 14 Marzo 2018



Il Monastero ha vissuto, nel corso della sua vita storica, le vicissitudini della stessa Città di Augusta essendo parte integrante del tessuto cristiano sociale.


Si deve al Conte di Augusta Giovanni Mirulla, nell’anno 1510, la trasformazione del suo stabile privato in Badia con annessa la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, in favore delle Suore Benedettine, locata all'interno della Piazza d'Armi in prossimità del Castello Svevo, dotata anche di rendita e proventi per il sostentamento. Erano, questi anni particolarmente difficili per tutta la cittadinanza, che viveva nel costante pericolo dei continui attacchi barbareschi e pativa l’incertezza e la mancanza di tranquillità nel quotidiano. Si pensi che un assedio degli ottomani nel 1514, causò l’abbandono della Badia per quasi un secolo. Nel 1610 il Vescovo di Siracusa Giuseppe Saladino (1556/1611), cessata la minaccia degli attacchi ottomani, disponeva la riapertura della Badia Benedettina di Augusta con l’invio di un piccolo numero di suore, che andò comunque ad aumentare nel tempo. Nel 1693 nei giorni 9/11 Gennaio, il terribile terremoto che si abbatté sulla Città distrusse la Badia e la Chiesa annessa, causando la morte di cinque suore che perirono sotto le macerie della struttura. Nella Biblioteca Comunale di Augusta c'è custodito un antico manoscritto "Tutte le Monache nel fausto Terremoto" di autore anonimo che descrive il terremoto particolareggiato del 1693 ad Augusta. Nell'antico libro la “Bibliotheca Sicula” [1°volume Ed. 1707] l'autore Antonio Mongitore, descrive dubbiosamente la vicenda diversamente su quanto sopra riportato: “Le quaranta suore della Badia di Augusta dopo la prima scossa si rifugiarono in un'ala del castello, e alla scossa successiva di grande violenza l’ala del castello si trasformò in maceria, le suore rimanendo prigioniere perirono.” La ricostruzione post-terremoto della Città, vide ampliata la Piazza d’Armi sull’area limitrofa al Castello Svevo, inglobando la zona dove precedentemente era stata edificata la Badia e la Chiesa. La Badessa dell’Ordine delle Benedettine, ottenne però la possibilità di poter riedificare il Chiostro e la Chiesa nel centro abitato (foto copertina 1860) occupando un intero isolato inteso come “Badia”. I lavori iniziarono nel 1701, il plesso fu costruito nell’aria adiacente alla odierna Piazza Duomo ed i primi lavori ebbero termine tre anni dopo, ma Badia e Chiesa ebbero il loro definitivo completamento solo nel 1732. Nei primi anni dell'ottocento, le suore presenti nella Badia si erano ormai ridotte ad appena una ventina, ed il loro numero andava sempre a regredire nel tempo. Decaduto il vitalizio, le religiose si ridussero all’indigenza e all’assoluta povertà, tanto che per il loro sostentamento dovettero ricorrere all’aiuto dei loro parenti. Nel 1866, in base alla esecuzione della Legge del 28 giugno 1866, n° 2987, che disponeva la confisca dei beni agli enti religiosi, Badia e Chiesa passarono di proprietà del Comune di Augusta. Nel 1908, e nel corso degli anni successivi, il fabbricato venne raso al suolo e il terreno venduto a privati. Nel 1911 fu realizzata nell’area una nuova struttura come abitazione civile, quella esistente tutt'ora, che ancora oggi alcuni anziani augustani indicano con il toponimo di “Convento di Santa Caterina”.
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Nella fotografia di copertina sullo sfondo il Municipio.

A cura di Francesco Carriglio. | Tutti i diritti sono riservati |