La Presa (1675) e la Battaglia (1676) d‘Agosta.

Inserto

Inserto pubblicato nel Marzo 2013 dalla Redazione.

La discordia tra la Francia e la Spagna raggiunse il suo apice alla morte di Re Filippo II di Spagna (1663) il cui successore al trono fu Re Carlo II, agguerrito avversario della Francia.

Nel XVII secolo la Francia, con la sua flotta navale, numerosa e bene armata, si avviò alla conquista del Mediterraneo che in buona parte era dominato dagli spagnoli, già padroni della costa tirrenica e della Sicilia, nella quale posero le basi per un commercio fruttuoso verso la Spagna. Così la Sicilia fu teatro di una cruenta battaglia tra le due flotte che non si risparmiarono nessuna bordata. Il 15 Agosto 1675, al comando dell'Ammiraglio Louis Victor de Rochechouart duca di Vivonne, salpò da Messina la flotta francese, bene equipaggiata ed armata, composta da 65 navi così suddivise: 29 vascelli, 24 galere e 12 burlotti. La mattina del 17 Agosto giunsero davanti la costa siracusana, con lo scopo di conquistare Siracusa e porre il dominio alla Piazza d'Armi di Augusta.
[ LA PRESA ] Quando la flotta giunse all’imboccatura del porto megarese l'Ammiraglio conte Anne Hilarion de Costentin de Tourville attaccò la lanterna-fortezza di Torre Avalos con 12 galere e 6 vascelli; ci fu uno scambio di cannonate tra gli spagnoli che presidiavano Torre Avalos e le navi francesi. Come riportato dagli storici, la fortezza di Torre Avalos dopo qualche cannoneggiamento ammutolì le sue quaranta bocche di fuoco, dando così inizio al patteggiamento di resa. Le navi francesi ebbero libero accesso di manovra nella rada giungendo così alla secca di Terravecchia lì sbarcarono 1600 uomini, il resto delle navi proseguì verso i Forti Garçia e Vittoria, una guarnigione facile da conquistare perché poco armata. Un gruppo folto di uomini sbarcò alle pendici della penisola per la conquista del Castello, ma anche qui non ebbero una valida resistenza e l’uccisione del suo comandante ne segna poco dopo la resa. Gli uomini sbarcati a Terravecchia non trovarono eccessivi ostacoli nell’avanzata verso la conquista del centro cittadino che inglobava la Piazza d'Armi, nell’avanzare i francesi non fecero mancare i saccheggi che allora erano bottino di conquista. Cacciati da Augusta gli spagnoli, i francesi assunsero il pieno dominio della città. Sulla caduta di Augusta grava anche l’ombra del tradimento; il processo istituito dagli spagnoli e sentenziato a Milazzo nei confronti del comandante di Torre Avalo che lo condannò alla pena capitale.
[ LA BATTAGLIA ] Gli spagnoli che avevano il dominio su Catania e Siracusa pensavano ad una rivincita con l’arrivo della squadra navale ispano-olandese, composta da 27 navi (17 olandesi e 10 spagnole) più 5 cannoniere, comandate dall'Ammiraglio Michiel Adriaenszoon
de Ruyter. Il 19 Aprile 1676 la flotta raggiunse Siracusa, i francesi inviarono da Augusta verso Siracusa come contromossa per pareggiare il numero di navi e la potenza di fuoco, 29 navi da guerra, 5 fregate e 8 cannoniere sotto il comando del vice Ammiraglio francese, barone Abraham Duquesne. Il pomeriggio del 22 Aprile in mare aperto avvenne l’ingaggio di combattimento tra le due forze navali. Lo scontro ebbe una durata di sei ore senza alcun vincitore ma con forti perdite di uomini e di bastimenti, nella battaglia fu ferito gravemente l'Ammiraglio olandese Michel Adriaenszoon de Ruyter che dopo molta sofferenza moriva il giorno 29. La rivalsa dei francesi fu quella di non aver perso il dominio sulla Piazza d'Armi di Augusta. Questo scontro passò alla storia della marina velica come la "Battaglia d’Agosta" (*).
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(*) Augusta



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