La fortificazione di Augusta XVII sec.

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Inserto Pubblicato dalla Redazione 23 Maggio 2024


L’importanza della fortificazione del litorale di Augusta era stata riconosciuta dal Parlamento Siciliano nella seduta del 4 febbraio 1671, nel quale si disse che: [in catalano]
"Las de Augusta que estan acavades y si reputan por de la primera estimacion y fuerza d’Italia".
§ Quelli di Augusta che sono finiti e hanno fama di temere la prima stima e forza dell'Italia.
(Cit. di S. Salomone)

L’Imperatore di Sicilia Carlo II e Francesco Benavides Conte di Santo Stefano, Viceré di Sicilia, stimarono la convenienza di fortificare il litorale di questa penisola reputandola baluardo della Sicilia e di Italia, ma anche di tutta la cristianità. Una fonte di economia per la città si apriva verso un futuro di lavoro e di guadagni considerevoli per i commerciati, porto sicuro per le galee che transitavano per l’isola di Malta. I documenti del tempo ci fanno conoscere un incremento della popolazione nel periodo della fortificazione. Dopo la costruzione dei due Forti e, in seguito, della Lanterna-Fortezza, il porto sembrava abbastanza protetto da Sud-Ovest. Le attenzioni ora erano rivolte alla parte Nord della penisola che per una maggiore sicurezza richiedeva l’eliminazione dell’istmo, da tempo sollecitata per l’inespugnabilità del Castello e della parte settentrionale della penisola. Già nel 1576 Scipione Campi riteneva “inespugnabile” la città tagliando quel tratto di terra che collegava la penisola al continente rendendola isola, ma dopo circa mezzo secolo i progetti degli esperti militari rimasero irrealizzati.
Nel 1643 Il viceré, conte di Modica, in visita ad Augusta per la visione della fortificazione, espresse la volontà che si dovesse provvedere al taglio di quella lingua di terra. La notizia della trasformazione da penisola in isola viene scritta dallo storico Francesco Vita sul libro “Inesto Storico” dove scrive che la città è stata disgiunta dalla parte Aquilone di quel lembo di terra che prima la congiungeva al resto della Sicilia. Lo storico augustano è ciò che racconta nelle sua pubblicazione del 1653 avendo già presa visione dell’opera dello storico Giovanni Lopez, edizione 1652. E’ proprio a conferma di ciò che scrissero i due storici, lo riferisce il Vescovo di Monopoli precisando che il taglio dell’istmo è stato realizzato a cura del Marchese de Los Velez, viceré di Sicilia e Signore del Regio Patrimonio dal 1644 al 1647. Il Marchese Los Velez, nel 1645 ebbe notizia che la flotta turca si preparava per l'attacco d’invasione ad Augusta, allarmato dalla notizia ordinò con sollecitudine la fortificazione della Piazza di Augusta. Nel 1647 seguì personalmente i lavori di fortificazione sia dell’esportazione dell’istmo che della costruzione dei ponti levatoi. Il completamento della fortificazione e del sistema difensivo intorno ai due fossati, ai ponti e al litorale dell’isola fu affidato al viceré, principe de Ligne, elaborando i progetti dell’ingegnere Grunemberg, il costo degli interventi fu molto oneroso.
Nel 1675 la fortificazione di Augusta fu chiamata alla prova di resistenza contro l'invasore francese, il risultato fu che Augusta perse il dominio spagnolo ma all’ombra del tradimento.



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Copertina: Disegno di Elio Salerno.
Torre di Terravecchia fatta costruire dal Viceré Vega nel XVI sec. (oggi non presente)
Avamposto militare per la vigilanza della parte Sud della penisola.
Pianta Topografica di Augusta del 1640 prima dell'esportazione dell'istmo.


A cura di Francesco Carriglio | Tutti i diritti sono riservati |