Chiesa di San Sebastiano Martire

Augusta - Sicilia

Opere storiche della città - Pubblicato nel Novembre 2003






Nel maggio de 1718 con il contributo dei Giurati fedeli il Vescovo di Siracusa D. Astrubale, quale Delegato Apostolico, fece erigere una nuova Chiesa con il titolo di “S.S. Nome di Gesù” che in seguito fu dedicata a San Sebastiano Martire perché Protettore della Università Comunale della Città. (Notizia riportata da S. Salomone)


La Chiesa fu edificata in torno al 1719 sulle rovine della antica chiesetta degli Eremiti del "Circolo", dedicata al Santissimo Sacramento, come testimonia la nicchia posta sul prospetto contenente un ostensorio in pietra arenaria. La Chiesa è allocata all'incrocio tra Via Megara e Via Limpetra con il prospetto che dà sulla via Megara ed è costituito da due distinti corpi strutturali affiancati e separati da una lastra di lesene a vista, sulla sommità della struttura più piccola vi è collocato un orologio meccanico da tempo non funzionante, nella parte inferiore vi sono tre arcate oggi chiuse da vetri, un tempo celle campanarie. Il suo interno è formato da una sola navata e presenta un contro soffitto ligneo dipinto con rappresentazioni della vita del Santo Martire; nelle pareti laterali vi sono dei dipinti pregevoli raffiguranti momenti della vita dei santi; nelle colonne troviamo dei quadri raffigurati la Via Crucis realizzati e donati dal Signor Giovanni Baffo di Augusta. La Parrocchia di San Sebastiano fu istituita dall'allora Vescovo di Siracusa, Sua Eccellenza Asdrubale Termini. Nel 1997 la Parrocchia come istituzione è stata trasferita, a cura del Parroco padre Franco Briganti, nella Chiesa di Sant'Andrea. Dopo il terremoto del 1990 si sono svolti i lavori di restauro portati a termine nel 2002, nonostante ciò la Chiesa ancora oggi non è stata riaperta al culto ne’ resa visitabile. Non abbiamo notizie sufficienti sul restauro effettuato all'interno e sulle sue attuali condizioni, perciò non possiamo descriverlo dettagliatamente. Ci auguriamo di poter a breve rivedere l’interno della Chiesa in quanto patrimonio non solo religioso ma anche storico-culturale della nostra Città.


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